L’elettricità statica è un fenomeno molto comune. Si verifica quando due materiali diversi vengono entrano in contatto tra loro, magari tramite sfregamento, per poi separarsi. Questo fenomeno da origine a quella che, comunemente, chiamiamo con il nome di “scossa”, quando scendiamo dalla macchina toccando la carrozzeria o quando stringiamo la mano ad una persona. In questi casi l’elettricità statica non rappresenta alcun rischio per l’incolumità umana ma ci sono situazioni per le quali, invece, gli accumuli di cariche elettrostatiche possono rivelarsi piuttosto pericolosi.
L’elettricità statica, infatti, può rappresentare una minaccia per la sicurezza dei lavoratori in molti ambienti produttivi perché può dar luogo a scintille, incendi e persino esplosioni nel peggiore dei casi.
Questo fenomeno, come vedremo, nasce dallo sfregamento tra materiali a carica neutra (carta, blister di medicinali, fibre tessili, plastica da imballaggio ecc…) e superfici dei macchinari da lavorazione. Il contatto causa accumuli di cariche elettrostatiche, responsabili di danni a persone, macchinari e risorse produttive ed è per questo che, in presenza di tale fenomeno, occorre mettere in atto soluzioni di pronta risoluzione.
Quali rischi comporta la presenza di cariche elettrostatiche in accumulo?
L’accumulo di cariche elettrostatiche può rappresentare un grave pericolo per la sicurezza dei lavoratori in diversi ambienti di lavoro. Quando due materiali diversi vengono sfregati l’uno contro l’altro si genera un fenomeno noto come effetto triboelettrico. Si verifica durante il trasferimento di materiali secchi o in polvere, durante lo spostamento di materiali isolanti o attraverso la frizione tra due materiali diversi.
Le cariche elettrostatiche sono pericolose perché potrebbero generare scintille che, in presenza di sostanze infiammabili o esplosive degenerano in esplosioni o incendi. Ciò rappresenta un rischio concreto in tantissimi ambienti produttivi, dalle raffinerie di petrolio alle industrie chimiche, passando per industrie alimentari, tessili, farmaceutiche e molte altre ancora.
Ne consegue che le cariche elettrostatiche possono rappresentare un rischio anche per la salute dei lavoratori, sottoposti a fastidiose scosse o al rischio di trovarsi coinvolti in incendi ed esplosioni. Peraltro le cariche elettrostatiche accumulate causano continui inceppamenti dei macchinari, surriscaldandone le componenti e dando vita a danni economici piuttosto ingenti.
Parliamo di soluzioni: come si risolve il problema delle cariche elettrostatiche?
Esistono diverse soluzioni per prevenire l’accumulo di cariche elettrostatiche e minimizzare i rischi per la sicurezza dei lavoratori. Una delle più efficaci è quella che riguarda l’installazione di barre ionizzatrici e barre antistatiche. Il loro funzionamento è progettato per dissipare il fenomeno sul nascere, nel punto esatto in cui si verificano gli accumuli di cariche elettrostatiche.
Un’altra soluzione consiste nell’utilizzare materiali conduttivi o antistatici durante la produzione e la lavorazione dei materiali. Ad esempio i pavimenti antistatici e le calzature antistatiche possono aiutare a ridurre l’accumulo di cariche elettrostatiche in tutta l’area produttiva, proteggendo collaboratori e materiali. Anche l’utilizzo di prodotti come i detergenti e i disperdenti antistatici può contribuire. in modo significativo, a prevenire questo insidioso fenomeno.
Come abbiamo visto in questo breve approfondimento sul mercato esistono diverse soluzioni per prevenire l’accumulo di cariche elettrostatiche e garantire un ambiente di lavoro sicuro.
L’utilizzo di dispositivi antistatici, l’impiego di materiali antistatici e l’adozione di pratiche di lavoro sicure sono solo alcune delle soluzioni disponibili per minimizzare i rischi associati alle cariche elettrostatiche. Scegliere quelle più idonee, tuttavia, è un lavoro da affidare ad aziende esperte che, a seguito di un sopralluogo, valuteranno l’entità del problema e saranno in grado di suggerire come sbarazzarsi per sempre delle cariche elettrostatiche.