La perizia informatica, la consulenza tecnica di informatica forense, l’esperimento giudiziale di carattere informatico e la prova documentale informatica sono tutte categorie specifiche delle prove tipiche del processo penale italiano, attraverso l’ammissione delle quali assicurare pieno valore probatorio alle informazioni custodite all’interno dei dispositivi elettronici di uso quotidiano.
L’ingresso delle tecnologie informatiche ha rivoluzionato il panorama legislativo e processuale, testimone d’eccellenza la Legge 48/2008 di ratifica della Convenzione di Budapest sul Cybercrime, che ha dovuto prendere coscienza del patrimonio informativo degli strumenti informatici quali strumenti di accertamento di fatti giuridicamente rilevanti.
In tutti quei casi in cui risulta necessario eseguire accertamenti su un qualsiasi dispositivo informatico diviene fondamentale il ricorso alle competenze tecniche di un perito informatico, in grado di garantire il pieno valore probatorio riconosciuto al dato informatico e capace di contribuire alla spiegazione dei fenomeni oggetto di indagine e produrre una perizia informatica forense con la quale infondere nel processo le conoscenze ottenute dall’analisi da lui espletata.
Perizia informatica forense
La perizia informatica contribuisce alla formazione della conoscenza tecnica necessaria per l’interpretazione dei dati informatici, utili alla definizione del processo, garantendo la non dispersione della prova ed assicurando la piena attendibilità dei risultati prodotti attraverso la corretta attuazione della metodologia di settore, riconosciuta a livello internazionale dallo standard ISO 27037.
La necessità da soddisfare, in via principale, nel trattamento dei supporti informatici è la garanzia di autenticità e integrità delle operazioni effettuate, garantendo la ripetibilità delle stesse anche a distanza di tempo. In particolare, tale obiettivo viene raggiunto seguendo le procedure indicate negli standard internazionali in materia di informatica forense: ogni azione effettuata dovrà essere documentata, mediante la compilazione della catena di custodia, e ad ogni operazione svolta bisognerà procedere all’apposizione dell’impronta Hash e della marca temporale, al fine di certificare l’autenticità del dato e attribuire una data certa alla perizia informatica effettuata.
La perizia informatica viene richiesta per un numero sempre più alto di procedimenti, nei quali il contributo del perito assume un significato dirimente per la definizione del processo. Basti pensare alle necessità di tutela del know-how aziendale dal pericolo di una fuga di informazioni riservate legato alle nuove frontiere dello smart working, oppure alle conseguenze dei reati di nuova formulazione, come revenge porn e sextortion, in ciascuno di questi casi il Giudice o le parti processuali dovranno necessariamente ricorrere alle competenze tecniche di un perito informatico in grado di trattare correttamente i supporti informatici d’interesse e di interpretare adeguatamente le informazioni memorizzate dagli stessi.
In conclusione, la perizia informatica assume un ruolo di primaria importanza nel processo penale italiano, al pari della testimonianza, concorrendo all’arricchimento della conoscenza tecnica e specialistica propria del settore informatico, attraverso la quale giungere alla spiegazione scientifica di fatti e fenomeni giuridicamente rilevanti.